Reparti sovraffollati ? Le proposte del Nursing Up

La sperimentazione di due nuove figure infermieristiche, il Bed manager e il discharge manager, possono essere parte integrante della risoluzione dei problemi di sovraffollamento sia dei Pronto Soccorso Regionali sia dei reparti di degenza per acuti per l’intera regione. A presentare la proposta è la Segretaria Territoriale Nursing Up di Sassari.

La segreteria territoriale è dovuta intervenire più volte per segnalare l’affollamento e le gravi difficoltà sia dei Pronto Soccorso Regionali sia dai reparti di degenza per acuti, non ultima la segnalazione dei giorni precedenti sulla grave situazione della Medicine Interne di Sassari, comuni anche nei Presidi di Alghero e Ozieri.

Desideriamo precisare, visto che una nostra affermazione è stata travisata, che i reparti chirurgici del Santissima Annunziata, negli ultimi anni, hanno subito una diminuzione dei posti letto, chi per inagibilità dei locali ospitanti, chi a causa della vetustà della dotazione tecnologica e non certo per scelta. Riteniamo importante che alla protesta, per il bene dei lavoratori che rappresentiamo, ma anche dei cittadini-pazienti, segua sempre la proposta. Per questo abbiamo deciso di proporre e chiedere la sperimentazione presso la Asl e l’Aou di Sassari di due nuove figure infermieristiche che a nostro parere, forti degli ottimi risultati ottenuti in altre regioni, possono essere parte integrante della risoluzione dei problemi: il bed manager e il discharge manager.

Il primo, figura già sperimentata con successo in Piemonte, Toscana, Emilia Romagna e Liguria, ha come obbiettivi implementare e costruire relazioni stabili tra le varie Unità Operative nel flusso dei pazienti, allo scopo di garantire il decongestionamento dei reparti. Il secondo invece  è un infermiere il cui ruolo è quello di gestire, fin dall’accesso, il momento della dimissione del paziente ( a casa, in un’altra struttura, in un altro ospedale), svolgendo la sua attività in stretto contatto con il medico di medicina generale, con i professionisti sanitari che accoglieranno il paziente sul territorio e con il paziente e la sua famiglia, al fine di evitare il più possibile la ri-ospedalizzazione dei pazienti con malattie croniche, andando ad incidere sulla riduzione degli accessi alle strutture sanitarie per acuzie.

«Riteniamo che queste due figure – conclude Nasone – siano fondamentali per risolvere i problemi cronici di sovraffollamento nelle Unità Operative cittadine e per avere finalmente un passaggio di integrazione tra le strutture ospedaliere e l’assistenza territoriale, dove ribadiamo la richiesta di istituzione dell’Infermiere di Famiglia da affiancare al lavoro dei Medici di Medicina Generale.

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