Riforma sanitaria, CGIL – Nulla di nuovo, a parte i commissariamenti e la nuova azienda emergenze
Giudizio severissimo quello della Cgil sull’articolato della legge approvata dal Consiglio regionale sul sistema sanitario: il testo rinvia cose che la Giunta avrebbe già potuto fare con atti amministrativi e non legislativi, e restringe gli spazi di partecipazione democratica.
“Una perdita di tempo – ha detto il segretario generale Cgil Michele Carrus – perché bastava un solo articolo per commissariare le Asl, se era ciò che si voleva. E’ stata invece commissariata la stessa riforma, e si è sprecato tempo utile a ragionare, avviando un dialogo, sul piano socio-sanitario, sulla riorganizzazione della rete territoriale, sul necessario miglioramento degli standard qualitativi di tutti i servizi”.
Inoltre, secondo la Cgil “la legge inverte pericolosamente i processi decisionali, affidando ai nuovi commissari, non già l’attuazione, bensì la stessa elaborazione e la progettazione delle scelte di riordino, con il rischio che si continui a negare il dialogo con le comunità locali, il mondo dell’associazionismo, i sindacati, le parti sociali, le istituzioni scientifiche e culturali”.
Insieme a questo, vengono ridotti gli spazi della partecipazione democratica alle scelte e ridimensionato il ruolo del partenariato sociale: “Chi governa dovrebbe sapere che le riforme marciano bene se sono condivise, mentre affrontarle con la sola logica di contenimento dei costi non garantisce né risultati di qualità né i risparmi” – ha spiegato il segretario della Cgil Michele Carrus ricordando che “nell’unica audizione in Commissione regionale abbiamo chiarito la nostra contrarietà all’impianto della legge di iniziativa consiliare, ma non abbiamo avuto finora il piacere di sentire dalla presidenza della Giunta e dall’assessorato competente quali propositi il governo coltivi in materia”. La Cgil ora aspetta l’apertura di un confronto reale per capire quali siano i contenuti e le linee che la Giunta vuole perseguire: “Seguiremo passo per passo l’evoluzione della riforma e faremo comunque sentire la nostra voce, le nostre opinioni ”.
La legge elude la vera questione: attuare il piano sanitario, aggiornandolo, e le sue previsioni di riorganizzazione della rete ospedaliera e dei servizi sanitari territoriali secondo criteri di efficacia, accessibilità, adeguatezza e specializzazione crescente. Tutto ciò si poteva fare attraverso l’eserciziodelle competenze che già erano proprie dell’amministrazione regionale, con responsabilità in capo a Giunta e Consiglio. Questo è il tema che resta aperto e che deve essere affrontato – per i riflessi nella vita dei cittadini e per l’importanza che il sistema sanitario riveste come fattore di coesione sociale e fonte di occupazione – con processi di ampia condivisione delle scelte ai massimi livelli, con tutti i portatori di interesse.
La Cgil critica l’affidamento ai commissari Asl del potere di elaborare le scelte di riordino e non, come dovrebbe essere, la loro attuazione: “Si rischia di avere un quadro disorganico, inevitabilmente influenzato dagli orientamenti soggettivi dei singoli commissari, e decisioni autoreferenziali su questioni che impegnano più della metà del bilancio regionale, toccano da vicino la vita dell’intera collettività e non possono essere completamente delegate a poche persone, per quanto competenti e capaci”.
Il sindacato esprime inoltre perplessità sull’istituzione di un nuovo centro di spesa (Areus), le cui funzioni potevano essere esercitate con un coordinamento tra le aziende esistenti, così come è vero per la centrale unica di committenza, per la quale nella legge non c’è più che un vago richiamo.