Rete ospedaliera e sanità in Sardegna

Enti locali e territori discutono con la Regione. Dibattito promosso dal Pd provinciale di Sassari. Intanto un primo risultato: Sassari avrà la sua Breast Unit

Sassari. La riforma è ancora tutta da scrivere, anche se un testo di massima esiste già da settimana. E proprio su questo sono concentrate le attenzioni e le preoccupazioni nei territori. Sarà, se non una rivoluzione, un cambiamento epocale, relativamente alla presenza dei servizi ed al rapporto con i pazienti in particolare. «La proposta dovrebbe essere chiusa entro i primi di ottobre, con la richiesta di prolungare la discussione di un altro mese, fino ai primi di novembre. Poi ci sarà la delibera di Giunta che terrà conto di tutte le proposte. Poi saranno possibili modifiche già in Commissione. E poi il testo arriverà in aula, dove, se serve, verrà modificato ancora», ha spiegato il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, che lunedì sera è intervenuto alla direzione provinciale aperta del Pd di Sassari, che si è tenuta all’hotel Grazia Deledda, presenti anche Giuseppe Frau, responsabile sanità del il Pd regionale, il segretario provinciale Gianpiero Cordedda, il sindaco Nicola Sanna, oltre al senatore Silvio Lai, ai consiglieri regionali Salvatore Demontis e Luigi Lotto, assessori e consiglieri comunali, i vertici di Asl e Aou, sindaci (tra cui quelli di Ozieri e Ittiri) e medici.

Si discute quindi, con un dialogo costante con l’assessore regionale della Sanità Luigi Arru che ha già portato i suoi frutti. Sassari avrà una sua “Breast Unit” all’interno dell’azienda ospedaliero universitaria. «L’assessore si impegna a farla a Sassari ed è consapevole che qui è necessaria. Continuiamo comunque a tenere alto il problema», ha detto Ganau.

Una riforma della rete ospedaliera che risulta slegata dal dibattito sul riordino degli enti locali. Intanto esiste però un documento dei sindaci del nord ovest della Sardegna approvato all’unanimità dalla Conferenza sanitaria. E questo può costituire una buona base di partenza. Ma come sta la sanità sarda? I dati li ha illustrati il presidente Ganau. In questo momento c’è uno “sbilancio” di 380 milioni di euro: 2,8 miliardi sono infatti previsti in bilancio ma di fatto ne sono necessari 3 miliardi e 200 milioni. «Già quest’anno con il pareggio di bilancio a cui ci siamo impegnati non potremo permetterci uno “sbilancio”. Teniamo presente che 210 milioni di fondi statali andranno perduti. O interveniamo anche sulla rete ospedaliera con tagli o dovremo dichiarare bancarotta». Il sistema è ancora centrato sulle strutture ospedaliere e non dà servizi adeguati sul territorio. Oggi abbiamo 5900 posti letto pubblici e una sproporzione tra acuti e post acuti, con 700 posti letti che andrebbero spostati verso i post acuti. Ma ci sono anche 11 aziende sanitarie e 39 strutture di ricovero più 10 private, di cui 31 strutture ospedaliere che operano autonomamente. Mancano ancora le risposte sul territorio che invece ci dovrebbero essere: dove andranno le case della salute? E gli ospedali di base, l’adi (assistenza domiciliare integrata), gli ospedali di comunità e tutti gli altri servizi da potenziare? Queste le criticità su cui la riforma regionale dovrà necessariamente incidere, evitando però che non ci siano poli sanitari depotenziati. Gli “hub” regionali saranno due, uno a Cagliari e uno a Sassari. Ma su nove specialità di alto livello sei sono solo a Cagliari. Non sono insomma speculari e questo costituisce un grande limite. Non solo. La rete pediatrica dell’hub del nord Sardegna è previsto sia smantellata: neonatologia a Sassari e chirurgia pediatrica a Olbia. Come è impensabile che non ci sia più un polo oncologico nell’hub di Sassari (radioterapia prevista solo a Cagliari). O terapia del dolore e Centro trapianti solo non previsti al nord.

«La sproporzione con l’hub cagliaritano è sotto gli occhi di tutti e questo elemento lo abbiamo messo in evidenza nel documento approvato dalla Conferenza sanitaria», ha spiegato il sindaco di Sassari Nicola Sanna. Preoccupato per il futuro dell’ospedale di Ozieri è il sindaco del centro del Logudoro Leonardo Ladu. «Quello che è previsto per chirurgia pediatrica, che da Sassari va al Mater Olbia, è gravissimo. La programmazione sanitaria in Sardegna dobbiamo capire se la fa ancora la Regione o adesso il Qatar», ha chiesto Mario Pala, consigliere comunale a Sassari.

Ma ci sarà soprattutto lo “scorporo” del Santissima Annunziata dalla Asl 1 all’Aou sassarese. Con un grande pericolo, oggi sottovalutato. «Servono due importanti elementi per la realtà sanitaria sassarese: l’assistenza e la formazione. Il Mater olbia costituisce per Sassari una sfida e la nuova azienda mista che comprenderà il Santissima Annunziata deve raccoglierla e vincerla. Perché se la perde sarebbe il fallimento dell’hub ospedaliero ed anche dell’Università», ha avvertito il senatore Silvio Lai.

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