Pet Therapy: nella Asl di Olbia si inizia dal Servizio di Neuropsichiatria infantile

Tao e Luce entrano al “San Giovanni di Dio” per prendersi cura dai pazienti seguiti dal Servizio di Neuropsichiatria infantile della Asl di Olbia. Si tratta di due volontari speciali: il primo Tao, è un cane di razza Weimaraner, il secondo, Luce, di razza Golden Retriver, e da venerdì 4 novembre inizieranno un progetto pilota di “pet therapy” con la Asl di Olbia che, al momento, interesserà alcuni pazienti del servizio di Neuropsichiatria infantile, per poi venire esteso anche ai pazienti del Reparto di Oncologia.

Cani “speciali” che diventano volontari in corsia e aiutano ad affrontare la malattia e, in alcuni casi, favoriscono una più veloce guarigione. È questo l’obiettivo dell’iniziativa “Una zampa in più”, lanciata dall’Associazione DogMind, e che vede come protagonisti i cani del centro cinofilo dell’Associazione sportiva-dilettantistica di Olbia, che diventeranno compagni fedeli dei bambini seguiti dal Servizio di Neuropsichiatria infantile della Asl Gallurese.

Accarezzare un cane, proporgli un bocconcino o lanciargli la pallina perché la riporti è un modo per interagire con un animale, e quando questo ricambia le attenzioni con affetto incondizionato, regala gioia e sensazione di benessere, allontanando il pazienti dalla routine ospedaliera.
“Per la Asl di Olbia si tratta di una nuova implementazione del percorso di “umanizzazione delle cure”, che porta noi operatori a prenderci cura dei bisogni sanitari, ma anche psicologici e relazionali, del bambino e della sua famiglia”, spiega Liliana Pascucci, Direttore del Distretto di Olbia. “L’Azienda crede nella valenza educativa e di supporto terapeutico della Pet Therapy, per questo ha accolto e favorito la collaborazione con l’associazione DogMind. Il Distretto di Olbia, quale luogo di integrazione tra i servizi sanitari del territorio, intende promuovere l’integrazione fra volontari, professionisti, cittadini e terapeuti, al fine di favorire il miglioramento della salute dei soggetti fragili, in questo caso dei bambini”.

La Pet Therapy (riconosciuta come cura ufficiale dal D.P.C.M. del 28 febbraio 2003, “Recepimento dell’accordo recante disposizioni in materia di benessere degli animali da compagnia e pet-therapy”) viene impiegata per affiancare i trattamenti rivolti ai bambini e agli anziani, in modo particolare per curare forme depressive, disturbi dell’alimentazione e anche forme di autismo. Il rapporto con gli animali è considerato salutare perché l’animale è in grado di assicurare affetto e compagnia, offrire un supporto emozionale e psicologico, diventando uno stimolo all’esercizio fisico, con attivazione del senso di responsabilità nei confronti dell’animale.

“In seguito ad una valutazione delle caratteristiche dei pazienti, condivisa tra gli operatori coinvolti (fisioterapista, medici, infermieri, psicologo), si selezionano i pazienti e vengono definiti gli obiettivi da raggiungere”, spiega Gabriella Decandia, presidente dell’Associazione DogMind e istruttore cinofilo. “Inizialmente l’approccio-conoscenza del paziente con il cane avviene attraverso situazioni ludiche, supervisionate dagli operatori (avvicinamento al cane con possibilità di accarezzarlo, ricompensandolo con il “biscottino”, chiamarlo per nome, interagire con lui, impartirgli piccoli ordini o comandi), successivamente vengono proposte attività più strutturate. Le attività d’interazione guidata sono molto utili quando si lavora ad esempio con soggetti affetti da disordini motori per i quali è molto difficile una manualità corretta, ma anche per pazienti affetti da disordini emotivi. Ad esempio gli utenti saranno invitati a guardare, toccare, ascoltare, odorare gli animali e stimolati a descrivere le sensazioni provate e a distinguere le caratteristiche peculiari di ogni animale; saranno invitati a dare piccoli comandi al cane, a passeggiare ed interagire con il cane”.

I cani utilizzati nel progetto “Una zampa in più” sono stati formati dagli educatori dell’associazione

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