Il PD di Lanusei chiede l’apertura della sala di emodinamica

Documento del circolo del Partito per sollecitare l’apertura del reparto

Il circolo Pd di Lanusei nelle ultime riunioni ha svolto un importante dibattito sulla questione Sanità in
Ogliastra. Esperti del settore sanitario hanno esposto la situazione in cui versa la Asl n°4. In particolar modo si è discusso della mancata apertura del reparto di emodinamica.
All’Azienda Sanitaria di Lanusei è stato assegnato, nel novembre 2010, un contributo di 1 milione e 500 mila
euro, di cui 700 mila da destinare all’allestimento di una sala emodinamica per diagnosi coronarografica e
posizionamento stent.
Successivamente, nell’agosto 2011, è stato indetto il bando per fornitura e posa in opera dei macchinari. Dal
settembre 2012, i lavori risultano ultimati.
A febbraio 2014, pochi giorni prima delle elezioni, l’ex Presidente della regione, Ugo Cappellacci, ha consegnato l’autorizzazione all’apertura del centro. “Tutto questo – scrive il circolo del PD –  si è rivelato pura e semplice propaganda elettorale”.
Attualmente il centro di emodinamica del presidio ospedaliero di Lanusei, risulta chiuso. Sono trascorsi due
anni dall’ultimazione dei lavori e i cittadini ogliastrini aspettano da tempo un servizio sanitario che
garantirebbe loro una qualità di vita migliore. L’attivazione di tale servizio è fondamentale . Infatti eviterebbe il trasporto dei nostri pazienti presso gli ospedali in cui tale servizio è presente.
Ci chiediamo il perché siano stati spesi dei soldi pubblici, per un progetto che, nonostante sia stato
realizzato, rendicontato e collaudato a Dicembre 2012 non ha mai visto la luce.
Inoltre il costo attuale relativo alle procedure in elezione svolto dalla nostra ASL presso presidi esterni, risulta elevato. Con l’apertura del centro le procedure verrebbero svolte in una o più sedute settimanali da emodinamisti esterni convenzionati con l’Azienda Sanitaria. La remunerazione avverrebbe ad accesso e il servizio prevedrebbe l’assistenza tecnico infermieristica di personale locale già formato precedentemente. Nel giro di poco tempo il personale di Lanusei potrebbe acquisire esperienza e formazione, così da divenire in breve tempo autonomo. Tutto ciò comporterebbe un risparmio economico notevole. La spesa riferita a questo tipo di assistenza (attraverso l’intervento di emodinamisti esterni) calerebbe a circa 1/3 di quella attuale, si ridurrebbe ulteriormente con professionisti interni alla ASl. In particolar modo si eviterebbero disagi e i rischi legati allo spostamento di un paziente fragile per ben due volte in ambulanza: con il trasferimento, spesso all’aperto, si incorre in rischi di ulteriori e aggravanti patologie, polmoniti , bronchiti che peggiorano la prognosi e allungano la degenza.
Il macchinario e la relativa sala potrebbero essere utilizzati anche da altri reparti, come Medicina, Ortopedia, Radiologia, garantendo un servizio più completo a tutti i cittadini. È possibile, infatti, effettuare una serie di attività in elezione, che attualmente vengono eseguite in altri presidi ospedalieri.
La mancata apertura del reparto viene, in primo luogo, imputata al numero basso di procedure effettuate dai
pazienti ogliastrini. Tale numero si attesterebbe intorno ai 300. In realtà nelle linee guida per i Laboratori di
Diagnostica e Terapia Cardiovascolare Invasiva si richiede un numero di circa 400 interventi, ma allo stesso
modo si specifica che nel caso in cui il territorio si trovi in aree geograficamente isolate, il limite è più basso
tuttavia non viene specificato quale. Inoltre il Giornale Italiano di Cardiologia Invasiva, pubblica i dati relativi ai Laboratori di Emodinamica italiani. Dai dati del 2012, in numerosi centri della penisola e in molti della Sardegna (Oristano, Carbonia, Olbia, Nuoro), vengono eseguite meno procedure di quelle richieste dalle linee guide. Nuoro arriva a 406 grazie alle nostre e sicuramente non si può definire un centro periferico.
L’esempio più eclatante è rappresentato dal Centro Cuore Columbus a Milano, città non proprio isolata
geograficamente, dove vengono eseguiti circa 97 interventi, ma l’operatore è il numero uno al mondo, non
crediamo che qualcuno si sogni di farlo chiudere.
Ma aldilà del risparmio economico , pensiamo sia ancora più importante garantire un futuro a questo
Territorio. Crediamo che l’isolamento geografico, lo spopolamento della nostra terra siano problemi che il
nostro partito debba affrontare. Come garantire uno sviluppo locale sostenibile?
È fondamentale investire su un buon welfare locale. Il nostro territorio ha bisogno di buoni servizi: un buon
servizio sanitario, parchi, scuole e servizi sportivi. Parliamo di una governance che promuove lo sviluppo
locale attraverso servizi alla popolazione, rendendo il nostro territorio più competitivo. Siamo convinti che
uno sviluppo economico, non può prescindere da quelli che sono i fattori sociali di una popolazione.
Possiamo garantire qualità della vita in termini di paesaggio, possiamo promuovere il nostro territorio con i
nostri prodotti tipici e la cultura. Ma è necessario garantire livelli minimi di assistenza, in questo caso
sanitaria.
Purtroppo la situazione politica dell’attuale amministrazione comunale, di certo non ha favorito il risolversi di tale problema. La debolezza di un Sindaco che non ha compreso quale ruolo fondamentale e di guida debba essere quello del Comune di Lanusei, che non ha intrapreso una lotta perché questo Territorio non viva ai margini dei centri più importanti, quali Cagliari e Nuoro e che a più riprese ha appoggiato l’amministrazione regionale di centro destra.
“In conclusione – conclude il circolo del PD –  pensiamo che l’apertura del centro di emodinamica sia necessario ed imprescindibile in quanto può fungere da volano per l’autosufficienza sanitaria sul territorio riguardo ai servizi di qualità nel settore legato alla vita e che possa anche rappresentare un’offerta strategica riguardo lo sviluppo del territorio nella sua immagine e quindi nell’offerta legata alla permanenza sul territorio contro lo spopolamento e come proposta turistica di scelta anche qualitativa di un territorio per ora privilegiato solo dal punto di vista delle risorse naturali e ambientali.

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