Celiachia, più diagnosi precoci e meno procedure invasive
Presentata la Relazione annuale al Parlamento sulla celiachia. Numerose le novità soprattutto in ambito diagnostico. Illustrati e analizzati i dati statistici sulla malattia.
La celiachia è una malattia autoimmune che si sviluppa in soggetti geneticamente predisposti in seguito all’assunzione del glutine e colpisce in proporzione più le donne che gli uomini. Ad oggi in Italia risultano 172.197 celiaci di cui il 48 % è concentrato al Nord, il 22 % al Centro, il 19 % al Sud e l’11 % nelle Isole. La Regione dove risiedono più celiaci risulta la Lombardia, con 30.541 soggetti. In Sardegna le persone affette da questa patologia sono 6.145, il 3,6% dei malati in tutta Italia. La diagnosi ma anche saper gestire la propria condizione di celiaco hanno un’importanza fondamentale per consentire ai celiaci di organizzare la propria giornata e la propria vita sociale in modo consapevole e sereno.
La più importante novità in tema di celiachia dell’ultimo anno è la realizzazione del nuovo protocollo di diagnosi e follow-up. Questo documento nasce dall’esigenza di aggiornare il precedente documento redatto nel 2007 alla luce delle nuove evidenze scientifiche, in particolare le Linee Guida sulla diagnosi di celiachia della Società Europea di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica (ESPGHAN) che hanno introdotto la possibilità di arrivare ad una diagnosi senza ricorrere alla biopsia duodenale in casi selezionati in età pediatrica. Le nuove linee guida permetteranno un maggior numero di diagnosi precoci e più precise, evitando allo stesso tempo procedure invasive e inutili.
Il nuovo protocollo diagnostico prevede, tra gli esami previsti per la diagnosi e il monitoraggio della celiachia, alcuni non attualmente inclusi nell’elenco delle prestazioni specialistiche ambulatoriali erogabili dal S.S.N. ai sensi del D.M. 22 luglio 1996 (in corso di aggiornamento) ed erogabili solo a totale carico dell’assistito. La diagnosi di celiachia è effettuata o confermata solo dai presidi accreditati con il Servizio Sanitario Nazionale e in possesso di documentata esperienza in attività diagnostica specifica per la celiachia. Si tratta di centro provvisti da idonea dotazione di strutture di supporto e di servizi complementari, appositamente individuati, mediante atto formale, dalle Regioni.Questo per assicurare un percorso diagnostico appropriato, mediante l’adozione del nuovo protocollo clinico,
Per quanto riguarda le procedure post diagnosi, la dieta senza glutine rimane l’unico trattamento per ottenere la remissione dei sintomi della malattia e le eventuali complicanze a essa associate. Si raccomanda quindi nella relazione una particolare attenzione all’educazione alimentare, affiancata da una corretta analisi delle etichette degli alimenti, vera e propria carta d’identità del prodotto. Inoltre la disponibilità di alimenti gluten free nella ristorazione scolastica, ospedaliera e pubblica, rende oggi molto più facile il mantenimento del regime alimentare che il celiaco è tenuto a rispettare. Il registro nazionale dei prodotti senza glutine si può trovare all’indirizzo http://www.salute.gov.it.
I dati presenti nella relazione indicano il numero di celiaci . I fondi stanziati a favore delle Regioni per la somministrazione di pasti senza glutine sono pari a un totale di € 950.820,00, dei quali € 31.029,91 vanno alla Regione Sardegna. Mentre per la formazione di ristoratori e albergatori in materia di celiachia la Sardegna prende € 1.344,09, su un totale di € 43.298,00.
La celiachia è una malattia sociale perché oltre alle sue dimensioni epidemiologiche investe la famiglia, la scuola, le strutture sanitarie e il mondo del lavoro. E’ una patologia cronica a rischio di complicanze dove una corretta diagnosi e un corretto stile alimentare possono portare alla completa remissione dei sintomi e alla riduzione del rischio delle complicanze.
La seconda novità che introduce la relazione è che dal 2016 la celiachia entrerà a far parte del Programma Statistico Nazionale, nella sezione Studi Progettuali. Il Programma statistico nazionale è l’atto normativo che stabilisce quali sono le rilevazioni statistiche di maggior interesse pubblico che devono entrare nel Sistema Statistico Nazionale. Si spera così di tutelare sempre più il cittadino facendolo sentire meno solo nell’affrontare la malattia.