Arru: nel 2017-2018 forte contrazione nella spesa per presidi. Effetti evidenti nei prossimi anni

Una spesa per presidi in sostanziale contrazione, dal 2016 ad oggi. Questo il dato sottolineato dell’assessore della Sanità Luigi Arru, intervenuto questa mattina in occasione dell’analisi della Corte dei Conti sulla spesa per dispositivi medici degli Enti del Servizio Sanitario regionale, che ha valutato in particolare l’andamento dei costi nel 2015 e 2016 e la mappatura nei flussi regionali. Con l’assessore della Sanità Luigi Arru, presenti i dirigenti dell’Assessorato della Sanità e il direttore generale dell’ATS Fulvio Moirano, i quali hanno spiegato alcuni punti fondamentali. “L’andamento della spesa comincia a ridursi dal 2016, ma si contrae in maniera più evidente nel periodo 2017-2018”, ha esordito l’assessore Arru, che ha aggiunto: “L’Assesorato si è attivato, in particolare nelle ultime due annualità, per colmare il gap informativo presente nei flussi, dovuto anche all’anomalia di alcune procedure di acquisizione basate su proroghe contrattuali ereditate dalle passate gestioni, tramite l’implementazione di gare uniche gestite sia dalla Centrale regionale di committenza sia dalle Aziende in unione d’acquisto, e tramite la bonifica delle anagrafiche dei dispositivi medici. Inoltre l’Assessorato ha potenziato i sistemi di programmazione e controllo di gestione arrivando anche alla reingegnerizzazione del modulo direzionale che verrà alimentato sia dai flussi ministeriali che dalle informazioni, sanitarie e contabili, presente nei sistemi informativi aziendali”. Con tali interventi si è teso alla “progressiva standardizzazione dei fabbisogni tra le diverse realtà aziendali e la razionalizzazione delle modalità di approvvigionamento dei beni e servizi, con effetti positivi non ancora manifesti ma che saranno evidenti negli anni a venire: sviluppo di economie di scala e decremento dei costi; miglioramenti organizzativi con riduzione dei tempi e maggiore trasparenza nei processi di acquisizione; razionalizzazione e specializzazione delle risorse umane dedicate agli acquisti; riduzione dei costi di transazione”, ha aggiunto l’assessore Arru. L’assessore ha poi spiegato che negli anni presi in considerazione dalla Relazione della Corte, il processo di approvvigionamento risultava frammentato, così come la realtà regionale: otto Aziende territoriali, due Aziende Ospedaliero Universitarie e un’Azienda Ospedaliera. “Le maggiori difficoltà – ha proseguito Arru – sono legate ai cambiamenti culturali che richiedono di passare da una logica individualistico-aziendale ad una di sistema. Con l’attuazione della L.R. 17/2016, e la conseguente nascita dell’Azienda per la Tutela della Salute (ATS) che ha accorpato le otto ex Asl, il cambiamento organizzativo e culturale, già avviato da alcuni anni con le gare in unione d’acquisto regionale, ha subito un’importante accelerazione. La Relazione – ha concluso l’assessore Arru – evidenzia alcune voci di dispositivi medici particolarmente significativi per l’incidenza dei relativi costi: reagenti diagnostici; protesi ortopediche e mezzi per osteosintesi e sintesi tendinea; dispositivi per funzionalità cardiaca; protesi vascolari; protesi cardiache. Per ciascuna di queste categorie di dispositivi, tranne che per i reagenti, nel corso del 2017 e 2018, sono state aggiudicate o bandite gare in unione d’acquisto regionale che manifesteranno i loro effetti economici negli anni seguenti”.

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