Approvata la riforma della rete ospedaliera sarda

La riorganizzazione degli ospedali in Sardegna non è più solo una bozza, la Giunta ha approvato il testo definitivo che ora dovrà essere votato dal Consiglio regionale.
La riforma, parte fondamentale del Piano Sanitario regionale, è stata inserita tra le azioni del Piano di rientro ed è uno dei tasselli cardine della riqualificazione del sistema sanitario regionale.
“Dopo l’approvazione dello scorso luglio – spiega l’assessore della Sanità, Luigi Arru – è stata promossa una larga consultazione sul territorio regionale. Ho fatto oltre quaranta incontri con Sindaci, operatori e cittadini, spiegando quali miglioramenti porterà la nuova rete ospedaliera. La riorganizzazione della rete ospedaliera attribuisce un ruolo preciso ad ogni presidio così da dare servizi di qualità e sicurezza in maniera uniforme. Questa riforma – afferma ancora l’esponente della Giunta – è stata rimandata per troppo tempo, non possiamo più permetterci di ignorare indicatori nazionali che ci vedono agli ultimi posti per appropriatezza dei ricoveri e sicurezza. Stiamo riqualificando l’assistenza, senza tagli né chiusure”.
Tenuto conto dell’articolazione geografica regionale e della distribuzione demografica, la delibera approvata lo scorso luglio in via preliminare ha previsto l’individuazione di due principali poli sanitari, uno per l’area del Nord Ovest e l’altro per quella Sud Est, una facente capo al Santissima Annunziata di Sassari, l’altra all’Azienda Brotzu, che comprende San Michele, Oncologico e Microcitemico di Cagliari. A entrambe le strutture sono stati collegati presidi di I livello e di base, secondo una classificazione stabilita dal Ministero della Salute, secondo cui gli ospedali di II livello hanno un bacino di utenza da 600 mila abitanti in su, quelli di I livello da 150 mila abitanti in su, quelli di base dagli 80 mila abitanti in su.
All’hub di Sassari/Nord Ovest e Nord Est, afferiscono gli ospedali di I livello di Olbia e Nuoro e quelli di base di Alghero e Ozieri, di Tempio, di La Maddalena. C’è poi il San Francesco di Nuoro come ospedale di I livello rinforzato, il San Camillo di Sorgono come ospedale di zona disagiata.
All’hub di Cagliari afferiscono gli ospedali di I livello Santissima Trinità di Cagliari, l’ospedale Sirai di Carbonia, Nostra Signora di Bonaria di San Gavino, il San Martino di Oristano e l’ospedale di base Nostra Signora della Mercede di Lanusei. Ci sono poi il Mastino di Bosa, il Delogu di Ghilarza, Isili e il San Marcellino di Muravera come ospedali di zona disagiata. Il Policlinico di Monserrato viene definito presidio di I livello. Per quanto riguarda i posti letto si parte dai 5901 attuali, di cui 5527 per acuti e 374 per post acuti: la riforma tende a riequilibrare il rapporto tra le due tipologie e porta i posti letto a 5790, di cui 4801 per acuti e 989 per le post acuzie.
Nel dettaglio, tra pubblico e privato, la Asl di Sassari passa da 1307 posti letto a 1097, la Asl di Olbia da 356 a 540, la Asl di Nuoro da 442 a 485, la Asl di Lanusei da 175 a 182, la Asl di Oristano da 520 a 524, la Asl di Sanluri da 176 a 212, la Asl di Carbonia da 323 a 297, la Asl di Cagliari da 2602 a 2447.
Per Alghero-Ozieri verrà monitorato in relazione alle esigenze epidemiologiche e demografiche, in vista di una possibile modifica della classificazione in presidio di I livello, con la contestuale istituzione della rianimazione.
Vengono individuate due Breast Unit, una nell’azienda Brotzu, la seconda all’Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari.
L’ospedale di Lanusei sarà riferimento nella rete delle patologie tempo-dipendenti, inserito nel Centro Traumi di zona e nella Rete ictus.
Previsto anche uno specifico capitolo per l’assistenza sanitaria nelle Isole minori caratterizzate da eccezionali difficoltà di accesso (Carloforte e La Maddalena).
Nella versione definitiva, la riforma prevede flessibilità per le Asl nella suddivisione dei posti letto tra specialità affini, con la possibilità di modifica, previa autorizzazione regionale.

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