A Olbia esperti a confronto sulla depressione post partum

Un convegno per discutere dei percorsi di promozione del benessere psicologico della donna fin dall’epoca della gravidanza

Formazione e confronto sono alla base del convegno che si svolge mercoledì 14 ottobre a Olbia per discutere dei percorsi di promozione del benessere psicologico della donna fin dall’epoca della gravidanza, così da ridurre il rischio depressivo nel puerperio e contenere le cause del peggioramento della sintomatologia. Nella Asl di Olbia sono attivi ormai da anni percorsi sulla “depressione post partum” che si occupano di prevenzione, diagnosi e cura della patologia che colpisce il 2,2% delle donne in stato di gravidanza e oltre il 10% nel puerperio.

«La nascita di un figlio è un evento complesso capace di generare nella madre gioia ma anche nuove responsabilità, imprevisti e disagi emozionali, che nel lungo periodo, se non individuati per tempo, possono creare difficoltà, con conseguenze gravi per la salute della donna, del bambino e per l’equilibrio stesso dell’intero nucleo familiare», spiega Carmen Ghiani, psicologa psicoterapeuta dello sportello “Depressione post partum, si esiste”, attivo nella Asl di Olbia.

Mercoledì 14 ottobre, nella sala convegni dell’Expo, in via Porto Romano a Olbia, si tiene il convegno “La salute della donna in epoca perinatale”, organizzato dal Servizio Consultoriale della Asl di Olbia.

«Scopo del convegno è quello di far conoscere i programmi di prevenzione e promozione del benessere psicologico della donna attivi nella nostra Azienda e favorire il confronto e l’integrazione tra le diverse figure sanitarie coinvolte nel percorso nascita così da inserire nei percorsi il numero maggiore di neomamme», spiega Liliana Pascucci, responsabile del Servizio Consultoriale della Asl di Olbia.

Nella Asl di Olbia, attraverso il Servizio consultoriale, si garantisce la “presa in carico” della gravidanza; le future mamme vengono sottoposte allo screening per la prevenzione del rischio depressivo e ad ulteriori approfondimenti clinici e, qualora risultassero positive, possono contare anche su un supporto psicologico, a cui segue, dopo il parto, una rivalutazione della condizione finalizzata alla diagnosi precoce della depressione post-partum con successiva presa in carico psicologica. «Interventi che interessano non solo la donna, ma anche la realtà della coppia e la stessa relazione madre – bambino», aggiunge la Ghiani.

Nella Asl di Olbia negli ultimi due anni sono state sottoposto a screening 346 future madri; altre 225 hanno seguito i corsi informativi sulla depressione post – partum; il 15% delle donne sulle quali è stato eseguito lo screening hanno usufruito di interventi psicologici nel post – partum, relativamente a sintomatologie depressive lievi, spesso collegate all’isolamento sociale o alle difficoltà di coppia. 6 puerpere, da gennaio 2013 a luglio 2015, hanno sviluppato una depressione post-partum e sono state prese in carico per interventi di cura psicologica. «Il dato dimostra che gli interventi di prevenzione attivati fin dall’epoca della gravidanza diminuiscono l’incidenza dell’insorgenza della depressione post-partum o ne contengono l’ingravescenza», aggiunge la psicologa.
Oltre ai massimi esperti regionali sul tema della depressione post-partum, al convegno partecipano anche Gabriella Palumbo, ricercatrice del reparto di Salute mentale dell’Istituto superiore di sanità, Rossana di Silvio, antropologa dell’Università di Milano Bicocca, e Eugenia Tognotti, dell’Università di Sassari.

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